Già da qualche decennio si è assistito a un rivoluzionario cambiamento per la figura del padre che, nell’immaginario classico, è sempre stata la parte più autoritaria della sfera genitoriale ma anche quella fredda e distante.
Una figura quindi per lo più assente nel percorso di sviluppo in cui il suo ruolo educativo si concentrava soprattutto nel dare comandi e punizioni. I bambini avevano timore del padre, le sue sgridate provocavano sensi di colpa e conseguentemente un’importante lontananza affettiva.
Oggi questo ruolo è decisamente cambiato, modificandosi insieme alla società e ai nuovi modelli che questa si porta con sé. Il padre non è più autoritario: oggi la figura vincente è quella del padre complementare, che si confronta con la madre ed accompagna il figlio nella crescita.
Oggi la figura del padre ha un enorme importanza come appoggio e guida del figlio. In primo luogo come esempio di comportamenti, come stimolo a scegliere determinate condotte in accordo con i principi di correttezza e civiltà.
Il papà è il custode. Tutti in famiglia si aspettano protezione dal papà. Un papà protegge anche imponendo delle regole e dei limiti di spazio e di tempo, dicendo ogni tanto “no”, che è il modo migliore per comunicare: “ho cura di te”.
Paternità è essere l’isola accogliente per i “naufraghi della giornata”. E’ fare di qualche momento particolare, la cena per esempio, un punto d’incontro per la famiglia, dove si possa conversare in un clima sereno.
Tra i compiti del papà c’è anche non dimenticare che bisogna essere molto umili nei confronti dei propri figli, non credere di sapere sempre cos’è meglio per loro e non lasciarli mai soli a fare l’esperienza di crescere.
Cari papà… il tempo vola.
‼️ I bambini hanno bisogno di sentirsi desiderati, accettati e amati.
Pedagogista - Emanuela Boileau